Obbiettivi ambiziosi: sviluppo della sostenibilità presso Emmi

18. ottobre 2017

Emmi è la più grande azienda lattiero-casearia svizzera e fornisce i propri prodotti fra l’altro a Coop. La parte bio per quanto riguarda i latticini di Emmi ammonta al dieci per cento. Per il gigante dei prodotti lattieri con 5750 collaboratori in tutto il mondo lo sviluppo sostenibile è un tema importante sin dagli anni novanta.
Karin Nowack di Bio Suisse ha intervistato Gerold Schatt, ingegnere in scienze alimentari ETH e dall’inizio del 2016 responsabile della sostenibilità del gruppo Emmi. È stato assunto da Emmi come praticante e diplomando nel 1999 e al termine degli studi nel 2003 è semplicemente rimasto. Presso Emmi ha in precedenza ricoperto diversi incarichi, fra l’altro quello di responsabile di progetto e direttore dello stabilimento di produzione di Dagmersellen (LU).

Che cosa significa per lei sostenibilità?

Agire in modo sostenibile significa: assumere responsabilità, ma citerei anche un’affermazione che mi sembra molto azzeccata: «comportarsi in modo che anche le future generazioni abbiano le stesse possibilità che abbiamo noi oggi».

Emmi da quando si occupa di sostenibilità?

Per Emmi è un tema sin dagli anni novanta. L’attenzione era dapprima incentrata soprattutto su temi legati all’ambiente. A partire dal 2008 abbiamo iniziato ad occuparci più intensamente della sostenibilità e nel 2011 ne è risultato il primo rapporto sulla sostenibilità secondo gli standard internazionali della Global Reporting Initiative (GRI). Nel 2013 è stato pubblicato il secondo rapporto e nel 2015 il terzo. Il quarto rapporto sulla sostenibilità è quasi terminato.

Dal 2015 la gestione della sostenibilità è stata intensificata e l’orientamento e la strategia sono stati affinati con i quattro temi centrali: «ridurre le emissioni di gas serra», «latte sostenibile», «evitare sprechi» e «coinvolgimento del personale». Circa un anno fa abbiamo fatto un grande passo con la pubblicazione di obiettivi ambiziosi e misurabili che vogliamo raggiungere entro il 2020.

La strategia per la sostenibilità è illustrata dal nostro albero della sostenibilità. I valori dell’impresa come base della cultura aziendale rappresentano il suolo. L’albero possiede tre radici, l’ecologia, l’economia e l’etica che rappresentano i tre pilastri della sostenibilità. Il fusto e i rami simboleggiano l’intera catena di creazione di valore. I temi che per noi sono importanti formano la chioma con le foglie e i frutti che rappresentano i numerosi progetti e provvedimenti piccoli e grandi che contribuiscono alla sostenibilità della nostra impresa.

La parte più importante dello sviluppo sostenibile spetta all’uomo. Come è possibile coinvolgere nello sviluppo sostenibile i collaboratori presso Emmi?

I collaboratori sono davvero l’elemento centrale. L’uomo è al centro dei valori della nostra impresa. Con la radice «etica» dell’albero della sostenibilità, tutte le decisioni tengono conto dell’essere umano. Uno dei quattro temi centrali inoltre è il «coinvolgimento del personale». Migliorare e cambiare è possibile solo con personale capace e motivato.

Lo sviluppo sostenibile è fortemente ancorato nel nostro vivere quotidiano. Con la «Emmi Operation Excellence», il nostro strumento per il miglioramento, viene sfruttato il potenziale dei nostri collaboratori per affrontare i miglioramenti. Ogni anno proponiamo uno slogan per la sostenibilità. Alla fine dell’anno le squadre possono inoltrare i loro progetti e dimostrare come realizzano il motto nella vita quotidiana.

È inoltre in corso una «Company Challenge» interna con i nostri apprendisti in Svizzera e in collaborazione con MyClimate. Gli apprendisti seguono corsi sulla sostenibilità e cercano idee e progetti per migliorarla. Attualmente stanno realizzando i loro progetti. La loro gioia e la loro motivazione sono incredibili, è davvero incoraggiante.

Che cosa significa per lei latte sostenibile al cento per cento?

Definiamo un catalogo di misure con i temi importanti per i clienti, i fornitori, le organizzazioni ambientali e per noi. Si tratta del benessere degli animali, del foraggiamento, della qualità e del prezzo del latte.

Per quanto riguarda il foraggiamento, un tema importante per noi è la riduzione della percentuale di mangimi concentrati. Diversi studi dimostrano che un foraggiamento a base di erba con un utilizzo limitato di mangimi concentrati è ragionevole sia dal punto di vista economico sia da quello ecologico e inoltre – come è risultato da un test della rivista per i consumatori K-Tipp – il latte così ottenuto è semplicemente migliore. Dobbiamo ancora definire esattamente come procedere. Inoltre andrà utilizzata solo soia certificata. Grazie a Sojanetzwerk Schweiz siamo già a buon punto.

Garantiamo ai produttori un prezzo per il latte superiore alla media basandoci sulla valutazione dell’organizzazione dei produttori svizzeri di latte PSL.

Un’elevata qualità del latte senza residui di antibiotici e senza l’impiego di organismi geneticamente modificati rimane senz’altro un punto centrale anche in avvenire.


Quali sono i vostri obiettivi per quanto riguarda la protezione del clima?

Emmi intende ridurre del 25 per cento le emissioni globali di CO2 entro il 2020, per esempio con investimenti in energie rinnovabili come il fotovoltaico o gli impianti a cippato. Dall’inizio del 2017 utilizziamo esclusivamente energia idroelettrica. Realizziamo però anche idee insolite come lo sfruttamento dei fondi di caffè provenienti dalla produzione del Caffè Latte come biomassa.

A lungo termine perseguiamo un bilancio di zero emissioni di gas serra

Che cosa fate per evitare rifiuti?

Dal 2008 abbiamo già dimezzato i rifiuti nei nostri stabilimenti in Svizzera. All’insegna di «evitare sprechi» vorremmo ridurre ulteriormente gli scarti di un altro venti per cento entro il 2020. Raggiungeremo anche questo obiettivo con numerosi piccoli e grandi provvedimenti, per esempio riciclando i rotoli di supporto delle etichette e riducendo il materiale per gli imballaggi. Sinceramente sono convinto che a questo proposito potremo esportare numerose buone idee nei nostri stabilimenti all’estero e ottenere anche là notevoli miglioramenti.

Quali sono secondo lei gli aspetti economici dello sviluppo sostenibile?

Le misure devono essere vantaggiose dal punto di vista sia economico che ecologico. Per la maggior parte delle misure per l’efficienza delle risorse l’effetto è evidente. Vorremmo anche creare trasparenza. Anche le emissioni di CO2 hanno un prezzo o, al contrario, una riduzione delle emissioni di CO2 ha ripercussioni finanziarie.

Per promuovere i progetti che non sono ancora proficui abbiamo creato un fondo per la sostenibilità.

A medio termine tuttavia dipendiamo dal sostegno dei nostri clienti e soprattutto dei consumatori. Coloro ai quali stanno a cuore gli stessi temi come a noi – per esempio la protezione dell’ambiente, il benessere degli animali e i posti di lavoro in Svizzera – possono sostenerci acquistando i nostri prodotti.

Qual’è il suo parere e il suo auspicio in merito allo sviluppo sostenibile presso Bio Suisse?

L’auspicio rivolto non solo a Bio Suisse bensì all’intero settore è quello di una maggiore collaborazione. Ci permetterebbe di meglio valorizzare l’elevato standard dell’agricoltura e della trasformazione in Svizzera. Non da ultimo andrebbe a favore dei contadini.

 

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