Domande sull’allevamento degli animali

Nelle aziende bio gli animali vengono allevati e foraggiati in modo particolarmente rispettoso, ossia con metodi conformi alle esigenze naturali della loro specie.

Gli animali dispongono generalmente di un ambiente più variato, con la possibilità di uscire regolarmente all’aperto nell’area di sfogo, e hanno più spazio nelle stalle rispetto all’allevamento tradizionale. La stalla è ricoperta di paglia. Gli animali possono sfogarsi all’aperto o pascolare in ogni stagione. Grazie alla configurazione prescritta del pascolo, dell’area di sfogo e della stalla, gli animali possono muoversi in modo adeguato alla loro specie, avere contatti sociali, mangiare e tenersi occupati. Gli animali bio vengono inoltre sottoposti a procedure molto meno dolorose, ad esempio non si esegue la spuntatura del becco dei polli, mentre agli animali da ingrasso viene concesso più tempo per crescere.

Il foraggiamento con mangimi bio, preferibilmente prodotti dall’azienda, garantisce un’alimentazione sana e naturale degli animali. Così, ad esempio, i ruminanti ricevono foraggio grezzo al 90 per cento: cioè fieno ed erbe, come si addice all’alimentazione conforme alla loro specie.

Si: I bovini, le capre e le pecore, i polli e i maiali sono alimentati solo con alimenti biologici.

L’obiettivo di Bio Suisse è un’alimentazione sostenibile, cioè adeguata alla specie, preferibilmente con mangimi dell’azienda, il più possibile regionali, senza additivi artificiali e senza organismi geneticamente modificati.

Per i ruminanti, ossia mucche, pecore e capre, gli standard Bio Suisse richiedono un’alimentazione al 100 % proveniente da aziende agricole con il marchio Bio Suisse (esclusi i sottoprodotti dei mulini).

Inoltre, i ruminanti di un’azienda Bud devono essere alimentati per almeno il 90 % con foraggio grezzo (erba, fieno, insilati, ecc.). In questo caso, le linee guida della Bud sono molto più severe rispetto ai regolamenti biologici dell’UE o della Svizzera, che consentono il 40 % di mangimi concentrati. Dal 2022, per i ruminanti si potrà utilizzare un massimo del 5 % di mangimi concentrati (esclusi i sottoprodotti dei mulini).

Per i polli e i suini, attualmente non è possibile fare a meno delle importazioni di mangimi. Questi animali sono onnivori e necessitano di un’elevata quantità di proteine per essere adeguatamente nutriti e vivere in modo appropriato alla specie. La produzione svizzera di mangimi non è sufficiente a nutrire i nostri animali. Nel novembre 2015, il settore dei mangimi biologici, sotto la guida di Bio Suisse, ha deciso di ridurre gradualmente le importazioni dall’estero. A partire dal 2019, tutti i mangimi importati per gli animali Bud proverranno dall’Europa. Anche questo deve essere coltivato e certificato secondo le linee guida di Bio Suisse.

Se un animale si ammala con febbre e il veterinario prescrive un trattamento antibiotico, possono effettuarlo anche i bioagricoltori. Tuttavia, molti bioagricoltori trattano i loro animali con metodi di cura della medicina complementare, ad esempio con rimedi omeopatici, riuscendo a evitare in questo modo alcuni trattamenti antibiotici. Anche l’allevamento estensivo e gli animali robusti fanno sì che nell’agricoltura biologica sia necessario somministrare meno antibiotici. Inoltre, l’uso preventivo di antibiotici e la somministrazione di ormoni sono generalmente vietati nelle aziende bio.

Presa di posizione completa sugli antibiotici (tedesco) PDF 435 KB

No, il trasferimento di embrioni fecondati è considerato un’interferenza illegale con l’allevamento naturale ed è quindi proibito. L’inseminazione artificiale degli animali è consentita. Tuttavia, nell’agricoltura biologica, come contributo a un clima sano molti detentori di animali consentono anche ad animali maschi, ad esempio un toro, di unirsi alla mandria.

Sì, è il miele prodotto dalle api allevate secondo le direttive bio. Poiché i raggi di volo delle api non sono controllabili, la certificazione bio comprende principalmente la gestione naturale e sostenibile delle api e non l’area di raccolta. L’apicoltura biologica dovrebbe essere possibile ovunque, ad esempio anche in aziende bio con fattorie vicine gestite in modo convenzionale.

Gli apicoltori biologici seguono regole severe:

  • Utilizzano arnie realizzate in materiali naturali
  • Utilizzano api in grado di adattarsi alle condizioni locali e quindi più robuste 
  • Lavorano con procedimenti di selezione e di riproduzione naturali
  • Rinunciano all’uso di medicinali veterinari chimico-sintetici per trattamenti preventivi È consentito un impiego limitato di mezzi naturali per combattere le malattie. Ad esempio, l’acaro della varroa viene contrastato solo con acidi organici. 
  • Alimentano le loro api solo con zucchero bio o con sciroppo di alimentazione biologico e miele bio. Nelle colonie vengono lasciate scorte abbondanti di miele e polline per il superamento del periodo invernale.
  • Scelta del luogo: in un raggio di tre chilometri attorno all’apiario, è necessario disporre di almeno il 50 per cento di superfici biologiche, di superfici PER (aree in cui il rispetto delle esigenze ecologiche è stato comprovato) o di superfici con piante selvatiche (bosco, margine erboso, riserva naturale). Ciò ha soprattutto lo scopo di impedire la contaminazione da parte di coadiuvanti chimici di sintesi e di tossine di ogni tipo nell’arnia.

No, tutti i prodotti a base di carne provengono dalla Svizzera, anche se a volte c’è carenza dei tagli più pregiati.

La carne di vitello diventa rosa quando la dieta dell’animale non include abbastanza ferro. Questo accade solo laddove i giovani animali sono alimentati esclusivamente con latte e paglia e non ricevono foraggio grezzo. Tuttavia, tale foraggiamento non è adeguato alla specie ed è attualmente vietato dalla Legge federale sulla protezione degli animali. A causa della carenza di ferro, i vitelli producono un numero troppo basso di globuli rossi. Questi sono però importanti per rifornire il corpo di ossigeno. 

Nelle aziende Gemma, i vitelli ricevono il fieno. Questo piace agli animali, anche se colora di rosso la loro carne e aumenta i costi di produzione della carne di vitello bio. Indipendentemente dal colore, la carne di vitello è molto gustosa e tenera.

Nella maggior parte degli allevamenti di bestiame da latte accade in effetti che i vitelli vengano spesso separati dalla madre già il primo giorno. Su questo punto, non vi sono grosse differenziazioni tra le aziende bio e quelle convenzionali. Il vitello viene allevato insieme ad altri vitelli e riceve il latte materno attraverso un secchiello con tettarelle. Nel frattempo, la mucca viene munta per disporre del latte come alimento.

Alcune aziende bio, tuttavia, lasciano i loro giovani animali con la madre e, nonostante questo, mungono le vacche madri. Si tratta tuttavia di un sistema di allevamento molto impegnativo per i detentori di animali ed è oggetto di analisi nell’ambito di determinati progetti. Sono invece diffusi gli allevamenti di vacche madri, in cui il vitello viene lasciato crescere con la madre. Questo sistema è volto esclusivamente alla produzione di carne.

I consumatori hanno la possibilità di scegliere carne Gemma ottenuta da bovini provenienti da allevamenti di vacche madri. I vitelli rimangono con le loro madri fino a dieci mesi e fino a immediatamente prima della macellazione. Bevono il latte direttamente dalla madre, ma mangiano anche erba e fieno. Queste mucche, però, non vengono munte e, di conseguenza, dal punto di vista alimentare forniscono solo carne.

La carne di vacche madri rappresenta oggi una grossa percentuale dell’offerta di carne di manzo Gemma. Per la maggior parte degli allevatori di vacche madri, questa carne è disponibile direttamente dall’azienda bio o su ordinazione come pacchetto misto. Trovate gli indirizzi su aziendagemma.ch. Anche le macellerie bio vendono carne di vacche madri. Alla Coop questa carne è disponibile col marchio Natura Beef Bio.

L’offerta di carne bio nei banchi frigo è aumentata negli ultimi anni. Tuttavia, questa carne viene spesso imballata perché il controllo dei banconi della carne sfusa è complesso.

Bio Suisse è favorevole all’allevamento di mucche con le corna. Le corna sono importanti per il comportamento sociale, la gerarchia e la cura del corpo. Allo stesso tempo, molti contadini in agricoltura biologica provvedono alla decornazione dei loro vitelli per evitare lesioni agli altri animali e alle persone che si prendono cura di loro. Per gli animali provvisti di corna sono necessarie stalle più grandi, che per motivi finanziari e di spazio, non sono realizzabili in tutte le aziende.

Sulla questione «con o senza», gli agricoltori Gemma esprimono pareri diversi. In un’associazione a base democratica come Bio Suisse, sarebbe possibile introdurre dei divieti su questa controversa questione semplicemente con una maggioranza. In collaborazione con l’Istituto di ricerca in agricoltura biologica (FiBL), Bio Suisse si impegna ad aumentare la percentuale di branchi di vacche cornute nelle aziende Gemma.

Che la decornazione abbia un’influenza sulla qualità del latte non è stato dimostrato da metodi naturalistico-scientifici. Il gusto o i valori nutrizionali dipendono piuttosto dal tipo di allevamento e foraggiamento nonché dai procedimenti di trasformazione. A questo proposito, per i prodotti Gemma si applicano prescrizioni molto severe. Così, ad esempio, le vacche bio ricevono pochissimo o nessun foraggio concentrato e la pastorizzazione del latte Gemma a temperature elevate è vietata.

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Attualmente, anche nell’allevamento di animali Gemma i pulcini maschi delle galline ovaiole vengono solitamente abbattuti dopo la schiusa. Bio Suisse sta attualmente collaborando con il settore per trovare una soluzione ed evitare di dover continuare ad abbattere i pulcini in futuro.


Il problema risiede nell’allevamento: diversi tipi di polli vengono allevati per scopi differenti: galline ovaiole che depongono le uova in modo produttivo e polli da ingrasso, destinati alla produzione di carne. I maschi delle odierne razze di galline ovaiole sono quindi poco adatti all’ingrasso.

Tuttavia, diversi allevamenti Gemma ingrassano anche i polli maschi invece di abbatterli quando sono ancora dei pulcini. Le loro uova sono contrassegnate con il logo «henne und hahn» nei negozi specializzati in prodotti biologici. Un’altra possibilità è l’allevamento dei cosiddetti polli a duplice attitudine, in cui le femmine hanno un rendimento di deposizione leggermente inferiore rispetto alle moderne razze ovaiole, mentre i maschi hanno un rendimento di ingrasso leggermente migliore. In alcuni negozi Coop, uova e polli di queste razze sono disponibili sotto il logo «pollo a duplice attitudine».

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L’allevamento temporaneo a stabulazione fissa è consentito dall’Ordinanza sull’agricoltura biologica e dalle direttive di Bio Suisse. Nelle aziende bio, tuttavia, la stabulazione fissa è sempre abbinata a un’area di sfogo, dove gli animali possano uscire e pascolare; gli animali possono quindi muoversi regolarmente all’aperto. Dalla primavera all’autunno, almeno 26 giorni al mese al pascolo e nel periodo invernale almeno 13 giorni al mese nell’area di sfogo. Questo allevia gli svantaggi della stabulazione fissa, come la scarsa libertà di movimento.

Le stalle a stabulazione fissa hanno inoltre i seguenti vantaggi: gli animali sono meno esposti ai combattimenti di rango. Gli animali deboli e di rango inferiore soffrono meno stress. Il contatto dell’agricoltore con gli animali è più intenso, dovendoli legare e slegare regolarmente. Gli animali si abituano così all’interazione con l’uomo. In questo modo, ogni animale rimane al suo posto accettando con meno stress le cure, i trattamenti veterinari o il foraggiamento. Mantenere pulita la stalla è più semplice ed è necessaria meno paglia per le superfici di riposo.

Bio Suisse si impegna per gli animali, ma anche per i loro proprietari: molte piccole aziende nelle zone di montagna e fattorie a più piani con tre stalle a valle, nel pascolo di primavera e sull’alpe, di solito non sono in grado di costruire nuove stalle a stabulazione libera.

A differenza di molti altri marchi, gli alimenti Gemma sono prodotti in aziende con un approccio globale. Questo è più impegnativo che soddisfare semplicemente requisiti elevati per un prodotto o una categoria di animali. Le aziende Gemma spesso producono sia prodotti animali che vegetali. Dal melo al pollaio, dal latte alla carota, i contadini Gemma si attengono a severe direttive in tutta l’azienda.

La selvaggina cacciata non può essere venduta come bio o con la Gemma, in quanto l’Ordinanza sull’agricoltura biologica non si applica espressamente alla caccia e ai suoi prodotti. Tuttavia, se gli animali selvatici provengono da un’azienda agricola svizzera bio o dotata della certificazione Gemma, la loro carne può essere contrassegnata di conseguenza. Una quarantina di aziende bio allevano selvaggina, soprattutto cervi e daini. Questi animali da allevamento si distinguono a malapena da quelli selvatici, ma il mantenimento di una recinzione garantisce che il mangime provenga da coltivazione biologica e non sia geneticamente modificato né contaminato da pesticidi chimici di sintesi.

L’Ordinanza sull’agricoltura biologica e le direttive di Bio Suisse non prevedono disposizioni specifiche sulla macellazione. È quindi tanto più importante che i requisiti di legge siano in linea con i parametri della medicina veterinaria e di protezione degli animali. La carne Gemma fornita dai distributori all’ingrosso proviene da grandi macelli.

Bio Suisse e diversi partner del settore fanno controllare i macelli dalla PSA in modo casuale.

I contadini Gemma che commercializzano i loro animali di solito li fanno macellare in una piccola macelleria nelle vicinanze. La macellazione in azienda o nell’area di sfogo, spesso praticata in passato, è oggi possibile solo con un permesso speciale, a causa di requisiti igienici molto severi.

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